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Quanto sono voluto bene!! “Tanti sono stati i gesti concreti attraverso i quali ho potuto sperimentare uno sguardo di amicizia verso di me”. (Kikka)

L’amico è quello che mi vede bene tutto intero, nel bene e nel male, e nel cui occhi leggo sempre: tu sei unico e irripetibile. (Maria Ricci)
fund raising dicono di noi Ex mozziconi alla ribalta
Ex mozziconi alla ribalta
articolo_tempiAccoglierli invece che raccoglierli.
È l'incredibile filosofia del Punto Liberatutti,
che ha portato i diseredati di Bolzano fino al Polo Nord
di Gioielli Caterina

Per capire cosa intenda Laura bisogna immaginarsi la faccia di quel console americano che, aprendo le porte del suo ufficio a Firenze, si trovò innanzi 20 ragazzini ipnotizzati dalla sua cravatta tutta melanzane e peperoni chiedendogli un visto per l'America. Facciamo un passo indietro, all'inverno del 2005 quando Laura chiede all'annoiatissimo Mohamed se esiste qualcosa che lo interessi tanto da fargli "spendere" qualcosa di lui. «Sì, per un viaggio a New York farei di tutto».

Detto e fatto, il Punto si riversa nelle strade di Bolzano, cercando fondi e preventivi per il viaggio. Con un pulmann raggiungono il console a Firenze e, recuperati i visti per i ghanesi, si preparano alla partenza. Senza

sospettare che dietro gli starnuti di Iris si preparava a scoppiare nella Grande Mela un'influenza coi controfiocchi: «Immaginatevi di interloquire in inglese con medici che fanno una lastra a una bimba con febbre a 43 e al contempo di giurare alla sicurezza dell'hotel via telefono che i ragazzi è normale che si menino, sono solo un po' nut, pazzerelli». E poi, a spasso per le vie di New York, col naso all'insù verso i grattacieli che ti fanno dimenticare l'hot dog, e il pensiero che Bolzano sia piccolissima. Il Mercoledì delle Ceneri il ghanese si sarebbe fatto strangolare piuttosto che uscire con la zazzera imbiancata, ma all'informazione di un coetaneo («Aò, ma sai cos'è la cenere? È il segno che sei amico di Gesù»), schizza a farsi "incenerire" e non si vuole più lavare i capelli.

Anno 2006, si replica: viaggio a Madrid e poi a Rodi a festeggiare l'avventura che attende lo chef Mohamed, dove la polizia è meno agitata di quella americana e Laura è l'unica ad accorgersi che alcuni permessi di soggiorno sono scaduti. Anno 2007: ore di pulmann per coprire spostamenti dai 200 ai 1.000 chilometri verso i fiordi norvegesi, i "grandi" che aiutano con le valigie bambini di sei anni così esaltati da scordarsi di mandarsi tutti a quel paese almeno una volta al giorno. Nemmeno quando corrono alla fine del molo e invece di iceberg, orsi bianchi e pinguini si trovano a osservare qualcosa di simile a un grande torrente Talvera, i pescatori che scuotono il capo, «quest'anno niente ghiaccio». «Perché questi viaggi?», si è trovata a spiegare più volte Laura. «Perché viaggiando i ragazzi, che non hanno mai conosciuto lo straordinario, possono sperimentare cosa significhi che l'eccezionalità si gioca nel quotidiano, anche

se il quotidiano è fatto di mille contraddizioni. Questa è integrazione: la loro fiducia nel fatto che noi non siamo lì per fregarli. La solidarietà non è che la passione per questo compito. E l'accoglienza è quello che avete visto qui, sentirsi dire "voglio andare a New York", e invece di "sei scemo?" rispondere: "Caspita. Anche io"».

Tratto da : "Tempi - num. 41 del 11/10/2007"


 
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